Il Teatro Andromeda riverisce le stelle

Narrerò di un uomo che vive nel cuore della Sicilia, nell’altitudine dei Monti Sicani, un uomo appassionato e sensibile che ama sua moglie Angela, sorda e che piega la fretta di una vita divenuta per molti frenetica, alla volontà dell’incedere lento di un’esistenza semplice ma ricca di amore, arte, genuinità e poesia: Lorenzo Reina.

Sul letto di morte il padre gli chiese di badare al gregge e lui esaudirà sì l’ ultima volontà del padre, ma infonderà la sua creatività anche nel mestiere di pastore realizzando una fattoria “didattica” che è insieme, un laboratorio d’arte e di produzione di colture biologiche, un Teatro di ampio respiro contemplativo ed emozionale e, struttura più importante, un Museo dalla forma ottagonale che custodisce le sue vibranti, crude e particolari opere scultoree che, in quel frangente erano volutamente coperte [ma ho pressato per vederle!] per veicolare tutta l’attenzione sui dipinti dell’iraniana Sepideh Farzam. Una rara forma di rispetto che lascia riflettere…

Quel giorno incontrando Lorenzo, notai la sua estrema cordialità e accoglienza ma anche la sua inclinazione alla selettività: l’ingresso a quei luoghi, specie al Museo, non è aperto a tutti ma solamente a chi avverte un reale interesse a lasciarsi assorbire – e direi stordire – da quei luoghi in cui scorre il suo sudore, estro, abnegazione ed estremo rispetto per una terra che, se saputa carezzare e ascoltare, dona oltremisura; mentre eravamo al Teatro, il cielo diveniva velocemente sempre più colore del piombo e Lorenzo, con tono certo e deciso, disse che da lì a 5 minuti ci avrebbe raggiunto una pioggia torrenziale: 5 minuti esatti e piovve ma noi eravamo già riparati all’interno della Fattoria gustando un eccezionale aperitivo di pecorino sicano e prugne nere di produzione propria e in compagnia di una critica d’arte e appassionati del “Bello”.

[Oltretutto, per raggiungere questi luoghi, si segue la via dei Formaggi e lungo il tragitto ci siamo fermati più volte ad assaporare e portar via, profumate provole, anche affumicate, scamorze, caciotte e “cascavaddi”…goduria!]

Progettualmente il Teatro nasce a metà degli anni ’80. Lorenzo avrebbe voluto realizzare proprio quel Teatro che ammiriamo o in alternativa, una grandiosa Installazione. Alla fine riuscì a inserire delle magnifiche Installazioni all’interno del Teatro esaudendo entrambi quei desideri.

Il Teatro ha una sua scena centrale che all’inizio era un ellisse ispirata al periplo che compie la terra girando attorno al sole mentre la cavea è composta dalle 108 stelle della costellazione di Andromeda, ripartite fedelmente attraverso una griglia composita. Ma ciò che Lorenzo sottolinea è che, inizialmente, proprio al posto di quei sedili/stelle, pascolavano le sue pecore, proprio innanzi a quello scenario sconfinato e immerse nel silenzio, interrotto solamente dal suono cadenzato della natura.

 

Teatro AndromedaAmmirando il Teatro Andomeda

Il Teatro Andromeda è un luogo quasi di meditazione, un riparo da brutture e forzature, un luogo di aggregazione di anime, affini nel desiderio di voler vivere un’esistenza appagante nella sua semplicità; un ritorno alle origini, quelle dei sensi amplificati dalla genuinità dei gesti, dei sentimenti, del cibo. Non ce rendiamo conto forse, ma il nostro intimo ricerca luoghi che sfuggano alla pesante globalizzazione che ci ha reso sibillinamente schiavi del consumismo e succubi di strategie lobbistiche che innescano manovre deleterie per la qualità della nostra vita.

E visitare luoghi come il Teatro Andromeda, significa scrollarsi di dosso pesanti e inutili sovrastrutture, ragliano i tanti asini chiamati per nome, attraversano la tua vista cavalli fieri, il glutine non esiste e, anzi, il pane più è pesante più è salutare. Ogni odore, tutt’intorno, è intenso come lo è una vita autentica che ignora noia e apatia.

Prima di andar via ci chiede di attenderlo qualche minuto e da lì a poco ritorna con una cesta piena di cetrioli, pane di segale e una moltitudine di insegnamenti che serberò tra i doni più preziosi.

Lorenzo non ha sacrificato il suo brillante futuro artistico, piuttosto lo ha fortemente integrato ai tempi dilatati e all’impegno costante in una semplice e gratificante vita agreste perché come lui dice: “Il futuro è degli uomini che amano e ameranno la terra.”

E io lo ammiro, lui c’è riuscito. Noi?!

Teatro Andromeda Installazioni al Teatro Andromeda Teatro Andromeda Monti SicaniIo al Teatro Andromeda Monti Sicani - Teatro Andromeda

 

Davide Gambino ha voluto custodire in un documentario visioni e parole di Lorenzo Reina e di seguito il Trailer…